Sono figure tridimensionali. Personaggi, se si vuole, o richiami di storie, di emozioni.
Non sculture, perché non ho scolpito proprio niente per crearle: sono fatte di flaconi di detergenti e deodoranti, tubi di pellicola da cucina, rame preso da scampoli di fili elettrici e avanzi di ogni tipo… Rifiuti, insomma.
Che, del resto, sono oggi il materiale più abbondante e reperibile ovunque. Rifiuti riciclati e trasformati in poesia, in arte.
Le mie opere tridimensionali (sculture dipinte) sono realizzate con materiali poveri o riciclati.
Ho un’attenzione particolare per tutti i materiali che gettiamo via in continuazione, fingendo che spariscano magicamente. Farne arte è l’unica piccola magia possibile.
E sento un trasporto spontaneo verso tutto (e tutti) ciò che viene arbitrariamente considerato “rifiuto”.
E, quindi, rifiutato.
Propongo un atteggiamento più accogliente. E magari più creativo.